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al testo di Rosetta Sacchi
La solitudine della margherita
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Quel che vedo è un cerchio e tutti dentro quelli che fingono di ridere e di piangere che si baciano e si salutano con calore che applaudono le loro nefandezze. Sollevandomi sul gambo ho provato a guardare oltre il cancello il cielo, così sereno ed irraggiungibile. Uno stuolo di fedeli dalla terra ripeteva m’ama non m’ama… in una margherita tutto si conta, anche i petali e al pari, di me, c’è chi si gloria di conoscere i pensieri i desideri i gesti.
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Rosetta Sacchi
- 26/03/2020 17:06:00
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Ringrazio Arcangelo Galante per linteresse dimostrato per la mia poesia, per lespressione del suo pensiero che non si ferma alla superficie, ma cerca un significato più profondo in una particolare e personale interpretazione. Un caro saluto.
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Rosetta Sacchi
- 26/03/2020 17:00:00
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Ringrazio Dedalus, innanzitutto per essere un fedele lettore, poi perchè con il suo intervento, qui come in altri miei testi, riesce a cogliere in profondità il mio pensiero e in tutte le sue sfaccettature e a far emergere frange del mio sentire, allapparenza sommerse e appena accennate. Un caro saluto.
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Arcangelo Galante
- 26/03/2020 14:52:00
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L’autrice dona voce al fiore della margherita, entrata nella vita comune della gente anche grazie al gioco del “m’ama o non m’ama”. La protagonista prende anima con i versi, mostrando al lettore la visione che essa ha del mondo attorno, secondo la propria angolazione. Cosicché, la floreale metafora della poetessa offre buoni spunti di riflessione, in una storia che racconta le tristi vicissitudini della margherita, del suo isolamento dall’ambiente e da una storia damore che pare non volerla appagare come sembra, giacché solamente essa conosce gli autentici desii e il valore umano dei piccoli gesti, come staccare i petali dalla corolla nonché contarli singolarmente. Opera piaciuta, squisita Rosetta!
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Dedalus
- 25/03/2020 20:23:00
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La scrittura in qualsiasi modo la si voglia interpretare è una forma d’arte di qualcosa che si vorrebbe segreto, essa viene praticata dentro la dimensione di un foglio, di una stanza, nellintimo della propria immaginazione e del proprio pensiero. Non è un dolore tormentoso, la poetessa qui immagina se stessa traslata in una margherita, una speranza nella non-speranza, magia di scrittura, nelle sue volute o non volute metamorfosi, che pratica senza interruzione, allo stesso modo di come si onora una promessa. Viene da pensare che non segua una traccia prefissata, ma che sinventa la via ad ogni passo senza certezze, senza ovvietà. Molto molto bello come testo.
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